Birra italiana, perché berla e perché no

Birra italiana, perché berla e perché no

La birra italiana è entrata a far parte della nostra cultura, proponendo una vasta gamma di sapori e la qualità degli ingredienti, prevalentemente naturali. La famosa bevanda è diventata protagonista delle nostre tavole, conquistando un posto di tutto rispetto.

Se tempo addietro veniva proposta esclusivamente in abbinamento alla pizza, ora domina durante gli aperitivi e accompagna i piatti della nostra tradizione. Negli ultimi decenni abbiamo assistito all’evoluzione della produzione artigianale di birra con la nascita di numerose varianti. Vediamo ora perché bere birra italiana e perché no.

Birra italiana: ecco perché berla

Bere birra fa bene, ovviamente con moderazione. Il luppolo, in essa contenuto, è in grado di favorire la digestione, essendo ricco di oli essenziali e principi amari. È, inoltre, un ottimo conservante naturale, grazie alle sue proprietà antibatteriche. La birra contiene proteine, carboidrati e diversi sali minerali, prevalentemente calcio, ferro e fosforo. Esistono anche birre alternative, leggi qui quali.

Il luppolo e il malto presentano anche un alto contenuto di silicio, sostanza che facilita la formazione di collagene, molto utile per la crescita e lo sviluppo del tessuto osseo. La birra vanta, tra l’altro, una buona quantità di vitamine del gruppo B, grazie alla presenza dei lieviti.

La bevanda contiene diversi principi antiossidanti che, combattendo i radicali liberi, contrastano l’invecchiamento dei tessuti, favorendo l’elasticità dei vasi capillari. I polifenoli sarebbero presenti in maggior quantità nella birra scura. Questo perché il processo di tostatura dei cereali viene effettuato a temperature molto più alte rispetto a quelle della birra chiara.

Un consumo responsabile di birra potrebbe avere effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio, limitando l’insorgenza di disturbi cardiovascolari. Secondo alcune ricerche contribinfarto.a stabilizzare i livelli di colesterolo, prevenendo il rischio di arteriosclerosi, ictus e infarto.

Perché e quando non bere birra italiana

Come ricordato poc’anzi, bere birra può avere i suoi vantaggi, ma solo nel caso in cui il consumo sia moderato. La bevanda, infatti, può contenere alcool dal 4% al 12%, come nel caso delle birre speciali e delle doppio malto.

Il consumo responsabile di birra prevede una gradazione alcolica corrispondente a 12 g di alcol, ovvero 1 lattina per le donne e 24 g, o meglio 2 lattine per gli uomini . Questa è la dose consigliata dal Ministero della Salute, da assumere durante i pasti.

Secondo la legge gli under 16 non dovrebbero bere birra, ma negli ultimi anni gli adolescenti italiani la consumano una o più volte all’anno, anche fuori pasto. Si tratta di n’abitudine dannosa per lo sviluppo cognitivo, psicologico e sociale dei più giovani.

Per quanto riguarda la birra analcolica, non sempre risulta priva di alcool. Una bevanda viene considerata analcolica quando il contenuto alcolico non supera l’1,2%, pertanto una birra con lo 0,4% entra a far parte di questa tipologia.

Un diverso contenuto alcolico cambia ovviamente l’apporto di calorie. La gradazione dipende dalla percentuale di malto e di acqua. Più è alto il livello del primo, più aumenta il grado alcolico e di conseguenza l’apporto calorico.

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